Evento in collaborazione con
La der des der
Quando, un giorno, Simon Rosenberg, guardando il telegiornale, scopre che si celebra il centenario della Prima guerra mondiale, ricorda dolorosamente di avercela fatta… E siccome ha superato abbondantemente i cento anni, si chiede se non sia forse uno degli ultimi sopravvissuti, vedi l’ultimo… chi lo sa? Poi decide di mostrarsi e di parlare alla stampa, è solo, i suoi figli, sua moglie, sono morti da tempo, soffre ovunque, vuole lasciare questo mondo… Ma ha paura. Queste celebrazioni hanno risvegliato in lui l’odore della carne umana bruciata, dei corpi in frantumi, delle grida, dei bombardamenti incessanti, degli uomini che impazziscono, di questa sofferenza che mangia il cervello e le viscere e che impedisce di dormire per anni. Simon che vive, solitario, per tanto tempo, invischiato nel suo senso di colpa per essere sopravvissuto all’inferno, con la sola compagnia di una televisione e di un’infermiera che passa due volte al giorno. Simon che non riesce a morire, come se qualcosa lo tenesse in vita, come se volesse testimoniare ai posteri.
Sì Simon vuole versare, ma la sua paura più grande è che la sua testimonianza non interessi a nessuno! La guerra 14/18, piace ancora alle nuove generazioni? Simon ha un segreto che porta come un fardello, solo lui sa che avrebbe potuto cambiare le sorti della storia del mondo. È questo che vuole condividere, è questo che farà. Avrà ancora la forza di affrontare l’arroganza di un editore inetto e privo di profondità d’animo, che non mostrerà alcuna empatia. Ed è infine una donna, una giornalista emerita che emerge dalla diversità, dal carattere ben temperato, Samia Zitouni, che farà visita a Simon, e che si renderà conto che sì, si può cambiare il senso della storia di un semplice movimento delle dita, proprio come un battito d’ali di farfalla può scatenare un tornado dall’altra parte della terra.
